I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.
Abbiamo già affrontato il tema della prestampa e sappiamo cosa serve per realizzare una lastra. Sappiamo anche che gli impianti altro non sono che le lastre di stampa, una per ogni colore, e tutti gli altri supporti necessari a eventuali finiture. Ma quale tipo di conversione è necessario svolgere per passare da un file immagine realizzato attraverso uno scanner all’immagine scomposta nei quattro colori Cyan, Magenta, Giallo e Nero e impressa sulle lastre di zinco per la macchina da stampa? Prima dell’introduzione del computer to plate, cioè della realizzazione delle lastre direttamente dal file digitale, si passava attraverso un procedimento chiamato fotolito. Oggi la retinatura viene invece riprodotta elettronicamente dalla fotounità che produce gli impianti.
La forma del punto può essere quadrata o tonda (nell’offset questa seconda forma è la più utilizzata). La densità del retino è definita in linee per centimetro (o per pollice nel desktop publishing). In serigrafia, la densità del retino è compresa tra 6 e 48 linee per cm.
LA QUADRICROMIA
La retinatura rimane un principio valido, ma in questo caso abbiamo una sovrapposizione di quattro diverse forme di stampa, ognuna inchiostrata con colori diversi (cyan, magenta, giallo e nero). Per riprodurre in offset un’immagine a colori, abbiamo bisogno di scomporla nei suoi colori primari in modo che, ricombinandoli in fase di stampa, ci restituiscano il più fedelmente possibile la gamma dei toni originali.
LA RETINATURA IN QUADRICROMIA
Nel caso di stampa in quadricromia, l'inclinazione dei retini deve essere diversa per ogni colore. Allora si procede così: al centro, a 45°, si posiziona il colore più scuro, il nero; sotto e sopra di 30°, altri 2 colori, uno a 15°, il magenta, l'altro a 75°, il ciano; a 90° il colore più chiaro, il giallo.
La rotazione tra i retini di diverso colore, una volta stampata, determina la cosiddetta "rosetta". Essa non è altro che la combinazione microscopica di punti creata mediante retinatura con gli angoli appena descritti.
I COLORI SPOT
I colori Spot, detti anche tinte piatte, sono quei colori pensati per essere stampati con una lastra a parte. A differenza dei colori di processo, che si ottengono per mescolanza in percentuali diverse dei quattro inchiostri di processo (CMYK), i colori Spot devono essere ottenuti con un inchiostro speciale. Essi sono utilizzati quando si ritiene che un determinato colore non debba in alcun modo essere soggetto a variazioni cromatiche (come nel caso di loghi aziendali), o quando servano colori particolari i cui effetti non sono ottenibili, nella qualità desiderata, con la semplice quadricromia (un esempio può essere il colore oro).
I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Tecnologie dei processi di produzione - edizione Clitt.