I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.
Il periodo del precinema
La camera obscura è un mezzo molto pratico per registrare le immagini, da essa deriva la “lanterna magica”. La sua funzione non è quella di catturare ma di proiettare immagini collocate al proprio interno.
Grazie ad una candela (spesso sostituita con un lume ad olio) uno specchio concavo e una serie di lenti, l’immagine su vetro viene proiettata all’esterno da un obiettivo, ingrandendola.
Lo spettacolo è assicurato: il pubblico, sistemato in una stanza buia, vede apparire immagini colorate sull’unica parete bianca.
La lanterna magica dà l’avvio ad una serie di progetti che assecondano il desiderio sempre più diffuso di spettacolarizzare l’immagine.
Alla fine del 1800 ci sono tutti i presupposti per la nascita del cinema e, come per la fotografia, non mancarono le contese sul primato e sui brevetti.
Comunque sia, ormai la strada è tracciata, ma approdare definitivamente all’invenzione del cinematografo: i fratelli Auguste e Louis Lumière e Thomas Edison che conosciamo tra l’altro per aver brevettato la lampada elettrica. Il brevetto di Edison di una macchina per la ripresa (cinematografo) e una per la visione individuale del filmato (cinetoscopio) è del 1891, lo spettatore, che deve girare una manovella, può assistere ad una breve scenetta animata della durata di quindici secondi.
I fratelli Lumière partendo dal cinetoscopio di Edison, e prendendone l’idea della pellicola 35 millimetri perforata, i fratelli Lumière realizzano e brevettano nel 1895 un apparecchio chiamato successivamente cinematografo. L’apparecchio, costruito a Lione nella fabbrica di famiglia, assolve altre funzioni: riprende le immagini, le sviluppa, le proietta. Al ritmo di sedici immagini al secondo, registrate su una pellicola 35 millimetri di elevata qualità con un’unica perforazione circolare per fotogramma, la macchina è in grado di proiettare brevi filmati. Tra questi, il più famoso è sicuramente “l’arrivo del treno alla stazione” che in occasione della prima proiezione terrorizzò gli spettatori, sorpresi dal realismo della rappresentazione. L’apparecchio brevettato resterà sostanzialmente immutato fino al 1927, quando le esigenze del sonoro imporranno inevitabili aggiornamenti.
Il cinematografo si evolve
I filmati dei fratelli Lumière sono apparentemente semplici registrazioni di fatti banali. D’altronde, il loro interesse per la regia è sempre stato contenuto, mentre erano molto interessati agli aspetti tecnici.
E’ in America che il cinema si evolve, grazie ad alleanze commerciali che portarono alla nascita dei colossi della produzione cinematografica. Hollywood assumerà con gli anni il ruolo di capitale mondiale del cinema.
La pellicola esce dal caricatore e viene impressionata un fotogramma alla volta per mezzo di un otturatore rotante che si apre solamente quando la pellicola rimane bloccata per un brevissimo istante (1/50”).
Il compito del proiettore è relativamente semplice perché non è una macchina da acquisizione ma da visione.
Nascita del cinema sonoro
Il primo brevetto per il sonoro si deve a Edison e risale al 1878. Tuttavia il cinema, che venne definito “arte muta”, impiegò molti anni prima di passare definitivamente al sonoro. Il cinema sonoro si afferma dal 1927, grazie ad un azzardo della Warner, casa cinematografica producendo “il cantante jazz”, un film con pochi dialoghi e tanta musica. La registrazione avviene su dischi che, durante la proiezione, vengono sincronizzati con la pellicola. Il successo fu tale da indurre la Warner a proseguire su questa strada. Inevitabilmente i concorrenti sono obbligati ad intraprendere la stessa strada, apportando continue migliorie che consistono, ad esempio, nella costruzione di cineprese insonorizzate e nell’incisione del suono direttamente sulla pellicola.
L’introduzione del sonoro comporta importanti modifiche che vanno dalla recitazione al montaggio, creando nuove figure professionali.
Il cinema a colori
In modo analogo alla fotografia, venivano colorate anche le pellicole cinematografiche: si trattava di un lavoro estremamente impegnativo, perché effettuato su fotogrammi di piccola dimensione.
Un’altra tecnica molto utilizzata fu quella del viraggio, che consisteva nel colorare chimicamente e con un unico colore la pellicola: a seconda delle condizioni, la colorazione variava. Per le scene notturne si usava il viraggio
blu, mentre il giallo era funzionale al sole.
Dal 1932 fa la sua apparizione il Technicolor, che da allora venne adottato dalle grandi case produttrici in grado di permetterselo, e da Walt Disney.
il cinema digitale
Il 2014 rappresenta un momento importante per il cinema in Italia, da questo anno, infatti, con forti investimenti, le sale cinematografiche si sono dovute trasformare: il rumoroso proiettore per pellicola ha lasciato il posto al silenzioso server, un computer con capienza di oltre 3Tb, collegato ad un proiettore digitale.
Le famose “pizze”, i rulli contenenti i film da proiettare, sono state sostituite dal più moderno DCP (digital cinema package) un file criptato e compresso, che può arrivare alla sala via satellite oppure caricato su un hard disk. Altri Paesi ci avevano preceduto. Teniamo presente che nel 1999 negli Stati Uniti vengono proiettati in digitale, il primo episodio di Star Wars e i cartoni animati della Disney-Pixar, Toy story 2 e Tarzan.
E’ opinione comune che girare in digitale sia più conveniente, sia per la riduzione dei costi per la materia prima, la pellicola, sia per il percorso produttivo. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di visionare il girato in diretta, con la conseguente sicurezza del risultato ottenuto senza dover aspettare ore per lo sviluppo.
Si consideri infine che la possibilità di girare con mezzi economicamente abbordabili, permette ad un numero crescente di autori l’accesso alla realizzazione di documentari e cortometraggi.
I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.