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I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.

02- la nascita del linguaggio

Comunicare significa “rendere comune, far conoscere, far sapere” e quindi anche “divulgare, rendere noto, trasmettere ad altri”. Per trasmettere qualcosa agli altri abbiamo bisogno di una base comune di comunicazione, in modo che quello che vogliamo dire sia univoco, cioè senza possibilità di equivoci, e quindi che chi lo riceve abbia le nostre stesse informazioni per decifrarlo, ovvero per comprenderlo. Questo codice è chiamato "linguaggio". La nascita del linguaggio è ancora oggetto di controversie scientifiche e la sua datazione risulta tuttora incerta, tra 100.000 e 50.000 anni fa (Homo sapiens). Le teorie scientifiche più accreditate sono almeno tre:

  1. La prima vede come base di partenza il linguaggio gestuale. Secondo tale ipotesi le specie umane che attraverso l’evoluzione svilupparono nel cervello un complesso linguaggio gestuale, arricchito anche dai suoni. Quando poi, nell’Homo sapiens, si è evoluto l’apparato fonatorio moderno e, con esso, la possibilità di articolare numerosi e complessi suoni, la parola ha preso il sopravvento sui gesti, pur senza estrometterli completamente.
  2. Un’altra teoria sostiene che la lingua dei segni non ha nulla a che fare con la lingua delle parole, in quanto il linguaggio complesso e sonoro altro non è che l’evoluzione del linguaggio sonoro semplice dei primati che comunicano, appunto, attraverso grida e suoni.
  3. La terza ipotesi in campo, infine, è quella che le specie di ominidi abbiano imparato a modulare dei suoni di tipo nasale e che questo linguaggio dei suoni sia passato dal naso alla bocca nel momento in cui la laringe, l’ultimo tratto delle vie aeree, si è collocata nella posizione in alto sulla trachea.

Nel frattempo però, nell’evoluzione umana, l’agricoltura cominciava a sostituire la pastorizia, il nomadismo cominciava a lasciare il passo a un sistema stanziale. Gli aggregati sociali cominciavano a prendere la forma di villaggi e poi di città. E nasceva la necessità di dare regole comuni e, appunto, “trasmissibili” a coloro i quali appartenevano a quelle comunità.

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I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Tecnologie dei processi di produzione - edizione Clitt.