I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.
Abbiamo finora visto quanto il supporto abbia influenzato il modo di realizzare le opere scritte. Ora affrontiamo quella che è la superficie più utilizzata a questo scopo, almeno dalla seconda metà del Quattrocento in occidente, ma con una storia molto più antica in Estremo Oriente: la carta. La carta nasce in Cina intorno al III secolo a.C. Per la sua produzione si usava la corteccia del gelso da carta, una pianta di cui era molto ricca la Cina meridionale. La corteccia veniva dapprima battuta con l’utilizzo di mazze per poi essere immersa in acqua. Esse quindi vengono pestate fino alla separazione delle fibre, ottenendo così una pasta filamentosa. Quest’ultima, diluita con acqua, viene distesa su un setaccio e messa ad asciugare al sole. L’ulteriore passaggio che porterà alla creazione di una carta adatta alle esigenze della scrittura avviene all’inizio del II secolo d.C. fa applicare sul foglio una pellicola di amido di riso, la collatura. In questo modo la carta viene resa parzialmente impermeabile ai liquidi, e quindi particolarmente adatta alla scrittura. Tale tecnica si diffuse in tutta la Cina e poi, durante i secoli, in Estremo Oriente prima e in Medio Oriente successivamente. Le prime testimonianze della carta in Giappone risalgono al 610d.C., mentre in Egitto fa la sua comparsa intorno all’800 d.C. Da una prima cartiera costruita a Samarcanda, dove venivano utilizzati come materie prime lino e canapa, la carta proveniente dalla macerazione degli stracci.
La Sicilia, nel X secolo d.C., proprio per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, diventa un importante centro per il commercio; tuttavia, nel 1072 la città di Palermo cade nelle mani dei Normanni e, sotto re Ruggero, la carta diventa il supporto ufficiale per i documenti del nuovo stato. Dal XIII secolo inizia a essere utilizzata sempre più negli atti notarili e commerciali e a entrare nelle corti europee. Proprio per la necessità di far fronte all’aumentato bisogno di materia per la scrittura nascono i primi centri di fabbricazione della carta. La città di Fabriano, nelle Marche, ne diviene il polo, tanto che, nel XIV secolo, non vi è istituzione europea che non possieda considerevoli scorte di carta prodotta in Italia. A Fabriano viene introdotta la pila idraulica a magli multipli con ruota a pale. Gli stracci venivano messi a macerare in acqua. Successivamente questa poltiglia di stracci veniva versata nelle vasche della pila amagli. La corrente di un corso d’acqua faceva muovere la ruota idraulica, azionando così la pila. Il movimento veniva trasferito dalla ruota all’albero a camme e da questo ai magli.
L’impasto così lavorato, una volta raffinato e omogeneizzato nella misura voluta, veniva trasferito al tino per la fabbricazione del foglio di carta. Queste innovative tecniche, unite a un nuovo tipo di colla, prodotto da una gelatina di origine animale, rendono la carta realizzata a Fabriano molto più resistente, oltre che maggiormente impermeabile e lucida, consentendo alla città di detenere il monopolio della produzione della carta a livello europeo almeno fino alla metà del XIV secolo.
I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Tecnologie dei processi di produzione - edizione Clitt.