I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.
La lavorazione degli stracci, per svariate centinaia di anni, fino alla metà del XIX secolo, la carta è stata prodotta utilizzando degli stracci, oggi diremmo "riciclando" materia destinata a non essere più utilizzata. Prima di poter essere lavorati, tuttavia, gli stracci devono essere accuratamente lavati e ripuliti da tutti i corpi estranei. Poi vanno tagliati a strisce e smistati, facendo attenzione alla qualità, al colore e all'usura del tessuto.La produzione della pasta di carta, a questo punto le strisce di straccio vengono lasciate a fermentare per diverse settimane in un maceratoio, qui la fibra macerata viene sfibrata e battuta fino a essere ridotta in poltiglia, fino a quando la materia così trattata diventi una sospensione fibrosa di colore biancastro, questa è la pasta di carta.
Dalla pasta al foglio, questo liquido lattiginoso viene versato in un tino di legno rotondo badando bene di mantenerne costantemente tiepido il contenuto. Chi si occupa di lavorare la pasta viene chiamato "prenditore". Egli si posiziona sopra la vasca con un setaccio rettangolare chiamato "forma". Quando il prenditore immerge il setaccio e poi lo ritira, l'acqua cola attraverso la rete, ma i materiali solidi rimangono attaccati alla rete del setaccio, creando uno strato fibroso. In questa fase è possibile inserire dei fili di ottone creando dei disegni, la cosiddetta "filigrana". Non appena il setaccio ha svolto la sua funzione, entra in scena una nuova figura: il "ponitore", egli tolta la cornice dalla forma, applica un feltro sul foglio creato, poi un altro foglio, poi un feltro e così via fino a costituire una pila di cento fogli, a questo punto con un torchio a vite si pressa la pila in modo da eliminare l'acqua in eccesso e ridurre lo spessore. Al termine dell'operazione i fogli vengono messi a essiccare negli stenditoi.
La collatura, i fogli destinati alla scrittura devono avere una superficie in grado di non assorbire l'inchiostro. Per raggiungere questo obiettivo si utilizza una colla, a questo compito è preposto il "collatore" il quale immerge nel bagno di colla tra i cinque e i dieci fogli per volta, stando attento che rimangano staccati gli uni dagli altri.
La calandratura è l'ultimo atto che ha lo scopo di aumentare la lisciatura e il lucido del foglio, per fare questo si utilizza un'apposita pietra.
I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Tecnologie dei processi di produzione - edizione Clitt.