I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.
Il colore deriva dalla luce.
Quando la luce colpisce un oggetto, parte di essa viene assorbita, parte viene riflessa e trasmessa al nostro occhio, che la recepisce inviando le informazioni al cervello. Questo le elabora e le restituisce sotto forma di immagini, composte da colori.
Di conseguenza ogni individuo ha una percezione del colore personale e quindi non definibile in termini oggettivi. Tuttavia - e banalmente - quando noi scansioniamo una fotografia, notiamo che i colori del monitor appaiono diversi dalla stampa, e quando impaginiamo quella foto il risultato stampato appare diverso dai precedenti due. Di conseguenza dobbiamo porci il problema di come creare dei profili che consentano una percezione del colore uniforme pur su diversi supporti, siano essi di input, come scanner o macchine fotografiche, di display, come i monitor, o di output, come le stampanti o le macchine da stampa.
Un prisma separa, per rifrazione, la luce nei colori che compongono lo spettro visibile (esperimento di Newton).
LA SINTESI ADDITIVA
Quando Newton (1642-1727) scompose la luce bianca attraverso un prisma, identificò sette colori principali derivanti dalla rifrazione: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Lo spettro della luce visibile mostra tre bande di colori predominanti: il rosso (R, red), il verde (G, green) e il blu (B, blue). Questi sono identificati come i colori primari additivi.
Il modello RGB è stato descritto nel 1931.La sommatoria delle tre principali lunghezze d’onda, rossa, verde e blu, dà origine a tutti gli altri colori. Se sovrapponiamo questi tre colori otteniamo la luce bianca, mentre il nero sarà il risultato dell’assenza di luminosità nel colore. Esso rappresenta i vari colori utilizzando tre valori numerici che indicano quanto le tre componenti (rosso, verde, blu) concorrono alla formazione del colore analizzato. I valori per ciascun colore vanno da 0 a 255. Per esempio il rosso puro (Red) è espresso dalla somma dei valori 255,0,0. La componente rossa è quindi al massimo, 255, mentre le componenti verde e blu sono a zero. Quando tutte le componenti sono pari a 255, viene visualizzato il colore bianco, mentre quando sono tutte pari a 0 viene visualizzato il colore nero. Le combinazioni possibili risultano quindi 256 x 256 x 256: abbiamo dunque la possibilità di rappresentare 16.777.216 colori.
La sintesi additiva si riferisce ai colori primari della luce: il rosso, il verde e il blu (RGB). La loro somma produce "luce bianca".
Anche in questo caso sono tre i colori di base dai quali si originano gli altri: il ciano, il magenta e il giallo (CMY - Cyan, Magenta, Yellow). La sintesi si chiama sottrattiva in quanto ognuno di questi colori ha la proprietà di bloccare, ovvero di “sottrarre alla vista”, uno dei colori primari della sintesi additiva e di riflettere gli altri due. Facciamo alcuni esempi: abbiamo appena visto che per ottenere il ciano nella sintesi additiva sovrapponiamo il verde e il blu. Possiamo però anche dire che il ciano lo creiamo “togliendo” il colore primario additivo rosso; nello stesso modo, se “togliamo” il colore primario verde, otteniamo il magenta, e “sottraendo” il blu otteniamo il giallo. E' chiaro che ognuno dei colori primari della sintesi sottrattiva ha il potere di assorbire un terzo colore differente della radiazione visibile. Se, a questo punto, li mescoliamo tutti e tre, l’intero spettro visibile verrà assorbito e nessuna luce sarà riflessa verso l’osservatore. Avremo quindi ottenuto il nero. La sintesi sottrattiva viene utilizzata nelle macchine da stampa in quadricromia. Il procedimento sul quale si basa impiega inchiostri dei tre colori complementari: ciano, magenta e giallo, ai quali si aggiunge il nero, da cui la sigla CMYK. In realtà, l’unione dei primi tre colori in via teorica dovrebbe essere già in grado di generare il nero, ma nel processo di stampa si è preferito aggiungerlo come quarto colore per avere un nero pieno, per migliorare la profondità dei toni delle immagini e per rendere ben leggibili i testi.
LA SINTESI SOTTRATTIVA
La sintesi sottrattiva si riferisce ai colori primari dei pigmenti. Il colore del pigmento è determinato dalle radiazioni sottratte alla luce bianca. I colori primari della sintesi sottrattiva sono: il ciano, il magenta e il giallo (CMY). Il nero (K) è il risultato della totale sottrazione delle radiazioni colorate riflesse dai pigmenti.
I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Tecnologie dei processi di produzione - edizione Clitt.