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I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.

01- breve storia della fotografia

Le origini

Da sempre, l’uomo ha cercato di rappresentare ciò che lo circonda, dagli animali, ai paesaggi, alle persone. Il disegno, la pittura e la scultura hanno soddisfatto per secoli questa esigenza, producendo capolavori inestimabili. Per un allargamento della produzione, nascono dei congegni in grado di facilitare l’acquisizione dell’immagine, sfruttando le innovazioni che l’ottica può offrire. A partire dagli scritti di Leonardo da Vinci, si parla di immagini catturate e proiettate. Già dal 1600 vengono costruiti dei congegni, ancor oggi perfettamente conservati, in grado di agevolare il disegno. 
Guarda questo breve racconto sulla storia della fotografia!

 La camera oscura

Particolare interesse riveste la “camera obscura”, assai diffusa specie nel ’600 e ’700. La camera obscura è costituita da una scatola, ma può anche essere una stanza a tenuta di luce. Ad una parete è praticato un foro, detto stenopeico, attraverso il quale passano dei fasci luminosi che, incontrando la parete opposta, formano su di essa l’immagine di ciò che, illuminato, sta fuori. L’immagine, per una semplice legge ottica, apparirà capovolta sia in senso orizzontale che verticale. Al foro stenopeico viene presto sostituita una lente e successivamente un obiettivo, con un conseguente innalzamento della qualità e della luminosità.
Guarda il tutorial relativo alla camera obscura!

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La fotografia

La fotografia rispecchia l’esigenza, ormai diffusa all’inizio dell’Ottocento, di creare un mezzo in grado di venire incontro:

-         alla necessità di disporre di immagini il più possibile veritiere, non influenzate quindi dall’abilità o dall’interpretazione dell’esecutore;

-         alla possibilità di ampliare la comunicazione. La pittura, a causa dei lunghi tempi di lavoro, del costo elevato e dell’inevitabile imprecisione, non riesce più a soddisfare le numerose richieste, per cui cresce l’esigenza di un mezzo più rapido ed economico, la fotografia per l’appunto, che nasce grazie ai progressi verificatisi in due settori di ricerca: l’ottica e la chimica.

Joseph Nicèphore Nièpce – Il primo ad ottenere un’immagine fotografica e a conservarla perfettamente inalterata è il francese Nièpce, che già nel 1861 perviene ad un grande successo: ottiene la prima immagine su carta sensibilizzata, con i toni invertiti, che oggi chiameremo “negativo”.

Louis Jaques Mandrè Daguerre – Proseguì la ricerca fino ad approdare nel 1835 ad una tecnica che riscosse molti entusiasmi e che prese il nome di dagherrotipia. In questo modo Daguerre otteneva immagini direttamente positive, molto dettagliate, con tempi di esposizione ridotti ad alcuni minuti.

William Henry Fox Talbot – Sia col metodo di Nièpce che di Daguerre, l’immagine ottenuta era in esemplare unico. Questo fatto costituiva sicuramente un limite per la fotografia intesa in senso moderno. Con l’elemento unico, infatti, non possiamo avere un efficace mezzo di comunicazione, che richiede al contrario un numero elevato di riproduzioni. Il primo ad ottenere un’immagine fotografica positiva riproducibile in più copie, grazie al passaggio immediato del negativo, fu l’inglese Henry Fox Talbot.

L’invenzione prese il nome di calotipia, ma venne chiamata anche talbotipia in suo onore. Mentre l’esperienza del dagherrotipo sarà destinata ad esaurirsi perché non era significativamente migliorabile, dalla calotipia si svilupparono nuovi procedimenti che portarono, attraverso passaggi significativi, alla fotografia attuale.

Gli apparecchi fotografici

Finché non si poté disporre della luce prodotta da una lampada elettrica, le fotografie venivano stampate per contatto, per cui si usavano lastre di grande formato e, di conseguenza, gli apparecchi fotografici erano piuttosto voluminosi. Con l’utilizzo della lampadina invece, i negativi potevano avere dimensioni più contenute, poiché successivamente sarebbero stati stampati per ingrandimento. Se a ciò aggiungiamo la sostituzione del vetro con la pellicola, ecco creati tutti i presupposti per la costruzione degli apparecchi fotografici moderni.

Curiosità: Viste le iniziali difficoltà ad ingrandire le immagini, si costruirono macchine in grado di alloggiare lastre di notevoli dimensioni. Il più grande apparecchio fotografico costruito al mondo è il “Mammoth”. Commissionato da una compagnia ferroviaria americana per ritrarre nel massimo dettaglio un treno di lusso, pesava 650 chili e necessitava di quindici operatori. Era in grado di fornire immagini grandi m 1,35x2,40. Eseguite le fotografie per le quali era stato commissionato, non venne più utilizzato a causa della sua mole.

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La Kodak

La pellicola in rullo consentì l’ideazione e la creazione di macchine fotografiche semplici e alla portata di tutti. Il primo produttore di apparecchi di grande diffusione fu Kodak, che con il motto “Voi premete il bottone di scatto, noi facciamo il resto” gettò le basi per un successo duraturo. Le prime macchine Kodak, commercializzate dal 1888, usavano rulli in celluloide dai quali si ricavavano cento immagini rotonde del diametro di sei centimetri. Le difficoltà erano ridotte al minimo: il fotografo comprava l’apparecchio completo di pellicola; dopo aver effettuato gli scatti lo spediva al laboratorio che, oltre a sviluppare le foto, restituiva l’apparecchio ricaricato.

La Leica

Nel 1925 in Germania iniziò la commercializza- zione di una fotocamera che utilizzava la pellicola cinematografica 35 mm. La macchina venne chiamata LEICA, unendo LEItz, il nome della fabbrica, con CAmera. L’apparecchio, aggiornato sistematicamente, diede origine al formato 24x36 mm, che ancor oggi è il più diffuso.

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La reflex biottica

Sempre in Germania, nel 1929, viene commercializzata la prima reflex biottica per pellicola a rullo, di formato 6x6 cm: la Rolleiflex. Questo nuovo tipo di apparecchio, dotato di due ottiche, consente di vedere il soggetto inquadrato attraverso l’obiettivo superiore grazie ad uno specchio inclinato di 45°, posto dietro, che riflette l’immagine in alto, verso l’occhio del fotografo.

La reflex monoculare

l sistema reflex viene ulteriormente sviluppato quando a metà degli anni Trenta, sempre in Germania, si costruisce la prima reflex con un unico obiettivo. L’apparecchio, compatto e versatile, è dotato di uno specchio che si solleva al momento dello scatto consentendo perciò alla luce di passare e, una volta aperto l’otturatore, di colpire la pellicola. L’otturatore è di tipo a tendine. Con le costanti migliorie e l’adattamento a vari formati la reflex è oggi una macchina dalle ottime prestazioni, apprezzata sia a livello professionale che amatoriale

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Le innovazioni: La Polaroid

Nel 1948 iniziò la commercializzazione di un sistema fotografico rivoluzionario in grado di produrre una stampa fotografica in bianco e nero dopo un solo minuto dallo scatto. Il sistema, denominato Polaroid, comprendeva un apparecchio in grado di esporre e trattare le famose pellicole a strappo. Con gli anni si raggiunsero vari traguardi, tra i quali la prima pellicola istantanea a colori (1963).
Guarda il video tutorial sulla polaroid!

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La fotografia a colori

La fotografia a colori costituì il sogno dei fotografi sin dai primordi non solo per motivi estetici, ma anche per avvicinarsi a quel realismo tanto ricercato. Bisogna arrivare agli anni 1930 per trovare un prodotto commercializzato su larga scala, e ci riescono quasi contemporaneamente l’americana Kodak e a tedesca Agfa.

La luce artificiale

Abituati ai moderni  flash elettronici, oggi stentiamo a renderci conto delle grandi difficoltà e dei pericoli che dovevano affrontare i fotografi nell’utilizzo delle prime luci artificiali. Dal 1860 venne utilizzato il magnesio, la cui esplosione provocava un’intensa illuminazione da combinare con quella naturale, anche se l’operazione non era priva di rischi.

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Il digitale

Dobbiamo la prima fotocamera digitale all’ingegno di Steven Sasson, ricercatore della Kodak, che dal 1975 lavora ad un apparecchio che inizialmente era in grado di catturare un’immagine. L’apparecchio, che non assomiglia per nulla a una fotocamera, consentiva la registrazione dell’immagine su un nastro magnetico. Il brevetto è del 1978.
Guarda questo breve racconto sulla foto digitale!

La prima reflex digitale sarà prodotta a partire dal 1991 dalla Kodak, che prende una Nikon F3 e la modifica, in un primo tempo il monitor e l’unità di memorizzazione sono esterni, ma ben presto verranno uniti al corpo macchina. Bisogna aspettare il 1999 per avere il primo modello che, pur ricalcando la forma di una reflex tradizionale, ha la struttura interamente pensata per il digitale: la Nikon D1.

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I contenuti di questa pagina sono estratti prevalentemente dal libro di testo: Mario Ferrara e Graziano Ramina - Click & Net - edizione Clitt.